Storia delle carte da gioco: i semi e le figure
A quando risalgono i giochi delle carte? Le prime documentazioni arrivano addirittura dall’antica Persia, quando cominciò ad imperversare la Ganjifa, o Gânjaphâ, gioco di carte appunto che divenne popolare in India durante l’impero Moghul, espandendosi poi piuttosto rapidamente anche in Cina.
È dunque il Ganjifa il gioco di carte più antico al mondo e produsse subito un’influenza notevole nel giro del rischio legato al gioco. Proprio così, perché già a quel tempo giocare a carte non era soltanto un divertimento, ma venendo utilizzate anche come moneta diventava spesso anche la posta in palio. In precedenza, il gioco era rappresentato soprattutto dagli a scacchi o dal gioco dei dadi. È stata dunque la carta moneta, che si scambiava, si collezionava, si utilizzava durante le varie scommesse, che piano piano si trasformò in un vero e proprio gioco e si presume che arrivò in Europa intorno al 15° secolo, in virtù dei molteplici scambi commerciali in atto con il Medio Oriente.
Ma entriamo più nel dettaglio approfondendo i vari semi più famosi esistenti e i giochi più sviluppati e conosciuti.
Il gioco delle carte in Italia ed Europa
L’arrivo in Europa, avvenuto come dicevamo tra il 15° e 16° secolo, provocò subito una grande attenzione nonché idee nuove, soprattutto relativamente all’aspetto delle carte. Ci fu infatti l’introduzione delle prime raffigurazioni principalmente delle signorie locali e dei loro vassalli, da qui infatti le prime denominazioni in Re, Regina, Fante…. Giocare a carte divenne di uso comune e sempre suddivisi in 4 semi. E sono rimasti praticamente gli stessi nel tempo perché se all’epoca si chiamavano daràhim, tùmàn, suyùf e jawkàn, ma la traduzione porta a denari, coppe, spade e bastoni…
In Occidente il successo del gioco delle carte fu subito clamoroso, rappresentando subito un grande divertimento e una sfida, sia che si giochi in coppia, in singolo o addirittura contro… se stessi!
I semi latini e francesi
Ogni paese poi apportò alcune modifiche, a proprio piacimento. Quelli francesi sono nel tempo diventati i grandi protagonisti del tavolo verde. Parliamo infatti di cuori, quadri, fiori e picche, i colori tipici di tanti giochi famosi. I francesi la giocarono sulla… semplicità perché era oggettivamente meno complicato stampare solo dei simboli ripetitivi piuttosto che realizzare disegni.
In Italia e in Spagna invece si fecero largo quelle con denari, coppe, spade e bastoni, e rappresentarono l’ispirazione dei semi francesi. Le carte italo-spagnole sono da 40 carte, quelle francesi da 52.
I giochi principali
Quando si dice ‘carte’ il primo gioco che viene in mente è certamente il Poker, nato a sua volta probabilmente in Persia e diffuso dalle nostre parti grazie ai marinai persiani che lo esposero ai francesi, colonizzatori di New Orleans. Oggi, infatti, è diffusissimo e spicca, fra le altre formule, il Texas Hold’Em che spopola anche nelle versioni online. Restando sull’utilizzo delle carte cosiddette francesi c’è poi il Blackjack, le cui origini invece sono prettamente dei nostri cugini transalpini diffondendosi poi rapidamente anche in Nord America. E come dimenticare il Baccarat, le cui origini sono invece un po’ misteriose… Alcune fonti dicono che sia stato importato dall’Isola di Macao dai francesi, altre invece sottolineano che la sua nascita sia avvenuta in Italia. Chiudiamo la carrellata di giochi con carte francesi sottolineando la grande diffusione della Scala 40, del Ramino nonché del Burraco e della Canasta, questi ultimi si presume di origini sudamericane, più recenti dalle nostre parti.
Con le carte a semi italiani o latini che dir si voglia invece è inevitabile sottolineare come sia la briscola il gioco più diffuso con l’asso a comandare, ma pure la scopa o scopone scientifico, famoso anche per via della trasposizione cinematografica, hanno il loro spazio, magari sulla popolazione un po’ adulta. E poi il solitario che possiamo assolutamente considerare tra i giochi di carte più gettonati al mondo, ovviamente non come gioco d’azzardo vero e proprio ma semplicemente come passatempo.