Stampante 3D, cos’è e come funziona

Al giorno d’oggi la tecnologia ha fatto enormi passi avanti, restituendoci una serie di prodotti fondamentali per le nostre attività. Uno di questi è sicuramente la stampante, macchinario che ci permette di poter imprimere su carta tutto ciò che desideriamo! Si tratta di una grande invenzione che non viene utilizzata soltanto nel privato, ma anche nelle aziende e negli uffici della Capitale, dove impazza il noleggio stampante Roma.

Chiaramente anche la stampante è andata avanti nella sua evoluzione, dando vita alla famosa stampa 3D. Ormai è sempre più popolare tra le aziende che così riescono a svolgere moltissimi lavori, riducendo i tempi e i costi. Ma cos’è di preciso la stampa 3D? Come funziona? Cerchiamo di rispondere a queste e altre domande.

Che cos’è la stampa 3D?

Rispondiamo alla prima domanda, ovvero: cos’è una stampa 3D? Questa non è altro che un processo di creazione di oggetti tramite la deposizione di strati di materiale l’uno sull’altro. In molti casi viene chiamata con il l’acronimo AM, ovvero manifattura additiva, invece dei metodi sottrattivi che avviene con la fresatura CNC, per la produzione industriale.

La sua nascita è avvenuta all’incirca 40 anni fa, ovvero negli anni ’80. All’epoca la stampa 3D non era certamente come la intendiamo adesso, ma una tecnica molto costosa e lenta, mentre adesso le nuove tecnologie l’hanno resa ancora più veloce e accessibile a tutti i lavoratori!

Come funziona?

Il suo funzionamento può sembrare molto complesso, ma in realtà non è così. Ci si avvale di potenti software che sono capaci di ricreare tutto ciò che ci serve. Un modello 3D digitale viene tagliati in strati sottili da un software e poi riportato in G-code (ha funzione nel linguaggio di programmazione del controllo numerico. Viene impiegato nella definizione del percorso macchina su macchine a controllo numerico). È importante perché così la macchina sa perfettamente quando e dove depositare il materiale, così da replicare cosa viene chiesto.

Quando si stampa lo strato corrisponde alla forma 2D di una sezione o fetta dell’oggetto. Proviamo a capire meglio: se andiamo a stampare in 3D una piramide, sappiamo che il primo strato creato sarà un quadrato piatto, in quanto costituito solo da due dimensioni, mentre l’ultimo strato solo un piccolo punto.

La macchina stampa gli strati uno alla volta fio ad ottenere l’oggetto desiderato.

Le varie tecnologie di stampa 3D

Quando parliamo di stampa 3D lo si fa sempre in generale, ma in realtà esistono una serie di modi per poter praticare la stampa 3D di oggetti. Le tecniche principali sono:

FFF (fused filament fabrication) o FDM (fused depositionmodeling), che utilizzano bobine di filamento;
SLA (stereolitografia), una tecnologia che sfrutta la solidificazione della resina fotosensibile;
PBF (powder bed fusion), basati sulle polveri che fondono le particelle con potenti laser;
Il getto di materiale o di legante, in cui minuscole gocce di materiale vengono depositate su un letto di polvere.

Ovviamente hanno i loro punto di forza e debolezza, e si adattano ognuno a diversi casi dell’uso industriale. In base all’oggetto che andrà creato si potrà decidere quale metodo può essere considerato più congeniale.

Perché utilizzare la stampa 3D?

È la domanda che si fanno in molti, specialmente chi non è del settore. Decidere di utilizzare la stampa 3D comporta una serie di vantaggi che favoriscono la produzione, specialmente quella di oggetti complessi. Questo è un aspetto importante, parliamo di oggetti che altrimenti l’uomo non riuscirebbe a realizzare.

La velocità, inoltre, è una caratteristica fondamentale per aumentare la produzione di un determinato prodotto. Abbatte i costi e i tempi, anche se c’è da dire che la stampa di un oggetto può richiedere da delle ore a dei giorni interi, ma risulta pur sempre molto più veloce di quella tradizionale.