Parma in serie A ma con 5 punti di penalità e 2 anni di squalifica per Calaiò per tentato illecito sportivo
Sembrava una storia a lieto fine ma i guai per il Parma Calcio non sono finiti. Uno spiraglio di luce arriva dall’annuncio che il club giocherà in prima serie senza essere retrocesso in serie B, come si era prospettato in un primo momento. Il Parma partirà con 5 punti di penalità: questa la decisione definitiva del Tribunale Nazionale Federale in merito all’accusa di tentato illecito sportivo. Calaiò è stato ritenuto colpevole e per lui arrivano 2 anni di squalifica. Intanto, il club si dice già proto a fare ricorso alla Corte Federale di Appello.
Nella prossima stagione 2018 – 2019, il Parma approda in serie A, ma con 5 punti di penalizzazione mentre al giocatore Calaiò spettano una squalifica di due anni e un’ammenda pari a 20 mila euro. Pare che il calciatore abbia inviato dei messaggi su WhatsApp a dei vecchi compagni della squadra ligure di La Spezia perché si impegnassero meno nella partita. Lo scopo sarebbe stato favorire il club emiliano per una promozione in serie A. La partita finì 2 a zero per il Parma che riesce ad approdare in serie maggiore. Il tentato illecito sportivo ha perciò basi: i messaggi tra i calciatori hanno violato l’articolo 7 del codice.
Calaiò aveva giocato due stagioni fa nella squadra ligure e avrebbe perciò tentato di chiedere un trattamento di favore ai vecchi compagni di squadra. A provarlo i messaggi inviati a De Col, al quale è stato chiesto di evitare interventi sulla persona di Calaiò, onde favorire la vittoria del Parma calcio. Le indagini hanno, infatti, evidenziato la corrispondenza tra il calciatore del Parma e due ex colleghi, tra cui anche Claudio Terzi. Lo scambio di messaggi è stato sufficiente per confermare il tentato illecito sportivo. La corte è comunque stata clemente: in un primo momento, la richiesta era stata quella di annullare il passaggio in serie A della squadra che, invece, partirà “solo” con 5 punti di vantaggio rispetto alle altre.
Il Parma Calcio lascia ai social le sue dichiarazioni ufficiali e si dice pronto a fare ricorso immediato alla Corte. La squadra non ha, infatti, colpa per il comportamento illecito di un singolo giocatore, nonostante ne abbia poi effettivamente beneficiato. La sentenza è giudicata dal club come iniqua e illogica. Molta è l’amarezza ai vertici della società ma soprattutto tra i tifosi che avevano toccato il cielo con un dito grazie a tre promozioni di fila, essendo stati retrocessi in serie D.
Inoltre, Parma Calcio ritiene esagerata la squalifica di 2 anni al calciatore Calaiò, il quale avrà un danno davvero enorme tanto da compromettere la sua intera carriera calcistica futura. Anche il danno del club è assai notevole, dato che ha acquistato un calciatore che è costretto a restare in panchina. I vertici sostengono che la sentenza sia contraria con la recente giurisprudenza sportiva che ha inflitto una pena molto severa, anzi troppo, al calciatore giallo blu.