Il progetto della pista ciclabile lungo il torrente Parma ancora fa discutere: arriva un secco “No” dal mondo della cultura
Scrittori, saggisti, professori, storici, artisti e tutti i rappresentanti del mondo culturale di secco “No” alla realizzazione delle pista ciclabile nell’alveolo del torrente Parma. Ora non è nemmeno appropriato definirla pista ciclabile visto che ha già cambiato nome più e più volte, proprio nel tentativo di diventare più apprezzata dalla comunità del No. La città continua a discutere su questo progetto che non vede contrari solo gli ambientalisti ma anche gli esponenti della cultura.
Il primo far sentire le sue ragioni è stato lo storico dell’arte Marzio Dall’Acqua seguito poi a ruota da altri nomi autorevoli Bruno Adorni, Giovanni Ballarini, Stefano Spagnoli e anche Lucia Fornari Schianchi, ex soprintendente al Beni storici e artistici. Le dichiarazioni indirizzare all’amministrazione comunale di Parma hanno diversi toni: chi critica, chi attacca, chi usa l’ironia e chi consiglia di lasciarsi andare alla contemplazione dell’ambiente naturale, già così ostacolalo dalle costruzioni dell’uomo. Di certo, non si potrà dire che stavolta i cittadini restano a guardare davanti all’ennesima deturpazione del paesaggio naturale, ma si alza un compatto coro contro le decisioni perse dall’alto senza consultare i diretti interessati, cioè i cittadini.
Rispettare la natura
Lo storico dell’arte Marzio Dall’Acqua, già direttore dell’archivio di stato di Parma e soprintendente archivistico per l’Emilia Romagna mentre oggi presidente della casa editrice Mup, riconduce la vicenda della ciclabile sul torrente Parma alla necessità di dare rispetto alla natura. Il rispetto è la prima forma di attenzione che l’uomo può avere per la natura. La città con le sue costruzioni in cemento da sempre ruba spazio all’ambiente naturale e, di conseguenza, a tutti quegli esseri viventi che lo abitano. Il torrente Parma deve restare l’ambiente dedicato a specie come fagiani, caprioli, aironi e tutti gli animali e i cittadini parmigiani lo ammirano solo dall’alto senza doverci per forza passare in mezzo. L’amministrazione avrebbe invece dovuto preparare un progetto di salvaguardia delle flora e fauna del torrente.
Non è una soluzione alle polveri sottili
In tanti, soprattutto in consiglio comunale, hanno”venduto ” la pista ciclabile ai parmigiani come fosse la soluzione definitiva al problema delle polveri sottili, ma non è affatto così. La bicicletta non riscatta la natura e l’ambiente naturale. Non è costruendo una pista ciclabile in un luogo ricco di biodiversità per tante specie di flora e fauna che si risolve il problema dell’inquinamento e delle polveri sottili in città. Parma ha bisogno di attenzioni e di cura e no di continuare a costruire e deturpare così l’ambiente naturale. Sì ai progetti di sostenibilità e di mobilità alternativa, ma in città e non su un torrente. L’intensificazione delle ciclabili va fatta in città e non costruendo una lingua di cemento lungo il torrente. I parchi della città tristi e spelacchiati avrebbero bisogno di interventi più urgenti rispetto quelli che interessano il greto del torrente.