Borsa, le azioni che hanno perso di più

Una deriva negativa che era iniziata già con l’inizio dell’anno 2020 causa tensioni internazionali (soprattutto quelle tra Usa e Cina) e che sta continuando in modo ancora più massiccio a seguito dell’esplosione del Corona virus, che rischia di diventare una vera e propria pandemia.

Come hanno avuto modo di sottolineare in molti, paradossalmente i danni maggiori si stanno riscontrando a livello economico prima ancora che sanitario: le borse di mezzo mondo stanno segnando il passo e, non a caso, l’ultima di febbraio è stata considerata la peggiore settimana dal 2008 ad oggi per quanto riguarda gli indici azionari.

Chi ha investito in azioni e le detiene nel proprio portafogli in questo momento può trovarsi un po’ nel dubbio su cosa fare; si dice spesso che la prima cosa in queste situazioni è non farsi prendere dal panico, meglio aspettare che le cose tornino come prima piuttosto che non vendere tutto e perdere una discreta cifra.

Quale che sia la scelta cerchiamo di capire meglio cosa sta succedendo ai mercati con riferimenti ai titoli azionari che hanno risentito maggiormente di queste situazione e che, di conseguenza, hanno perso di più a seguito del Corona virus.

I titoli più colpiti

Tra i titoli più colpiti della ultime settimane ci sono Salvatore Ferragamo, Azimut, Poste Italiane , ma anche le azioni della Juventus e quelle di molti istituti bancari. in calo anche la quotazione delle azioni Eni.
In generale in tutto il mondo i principali indici di borsa sono in calo per via dei timori legati al virus; la pura è riferita soprattutto a quanto potrebbe accadere in Cina, paese dal quale il Corona virus è partito, visto che si parla di una delle economie maggiori del pianeta.
In situazione come queste, di timore diffuso, la Borsa reagisce in modo istantaneo andando a dare subito segni di cedimento. Una deriva piuttosto nota da chi opera sui mercati azionari, per antonomasia volatili e legati a doppio filo ai fatti di cronaca e di attualità. Ed il piccolo investitore in questi casi non sa mai come reagire, indeciso tra l’attesa o la vendita delle azioni delle società più colpite e quindi percepite come maggiormente rischiose.