Dr Export: export e innovazione vanno a braccetto

Esiste una chiara correlazione tra la capacità di penetrare nei mercati esteri e l’impegno speso nell’innovazione d’impresa: a sottolinearlo sono gli esperti di Dr Export, specializzati nell’individuazione dei fondi più adeguati ad avviare progetti di internazionalizzazione. E a dimostrarlo, come evidenzia il pool di Dr Export, sono le tante indagini realizzate degli ultimi anni, nonché le proiezioni per i prossimi mesi: è infatti lampante quanto le PMI esportatrici siano più propense a investire in tecnologie 4.0 rispetto alle PMI che non hanno lanciato alcun progetto di internazionalizzazione. 

Per dimostrare ulteriormente questa correlazione, i consulenti di Dr Export citano i dati del recente studio di SACE dal titolo “Piccole, medie e più competitive: le PMI italiane alla prova dell’export tra transizione sostenibile e digitale”. Sono tanti i risultati di grande interesse risultanti da questa indagine, a partire dalla nuova conferma della crucialità delle PMI per l’economia italiana. Proprio le Piccole e Medie Imprese, infatti, generano quasi il 40% del valore aggiunto nazionale, dando lavoro a un terzo degli occupati complessivi.

Lo studio SACE sottolinea in particolare la rilevanza delle realtà esportatrici, che non sono certamente poche: si parla del 90% delle imprese di dimensioni mese, e del 57% delle piccole imprese manifatturiere. Per le PMI esportatrici, peraltro, l’export rappresenta oltre un terzo del fatturato, dato di gran lunga superiore rispetto a quanto rilevato in altri Paesi europei come Francia, Germania e Spagna, a sottolineare sia il grande interesse per il Made in Italy, sia la spiccata propensione per le vendite all’estero dell’impresa italiana. 

A dimostrare la correlazione citata da Dr Export tra innovazione e successo all’estero delle PMI italiane è la sezione dedicata alla “Duplice Transizione” dell’indagine SACE. Qui si legge che il numero delle imprese che investono nel digitale, nella sostenibilità e che esportano è superiore del 20% rispetto al numero di imprese esportatrici che non stanno affrontando alcun processo di transizione. Nel campo delle Piccole Imprese, in particolare, i numeri dimostrano quanto sia vantaggioso realizzare in parallelo sia la transizione digitale che quella green. 

Affinare strumenti e tecniche in una Twin Transition, spiega Dr Export, dà alle PMI la possibilità di essere più consapevoli, più resilienti, più lungimiranti, ma soprattutto più produttive, dunque anche più competitive a livello nazionale e internazionale. Tutto questo in uno scenario in cui si prevede una crescita delle esportazioni da parte delle PMI italiane del 4% nel 2024, e del 3,2% nel biennio 2025-2026, così da superare la soglia dei 300 miliardi di euro. 

Per presentarsi efficacemente sui mercati esteri è dunque importante investire in digitalizzazione e sostenibilità, sottolineano i consulenti di Dr Export. Questo sapendo che le PMI che mirano all’espansione degli affari oltreconfine possono richiedere dei finanziamenti a fondo perduto per sostenere l’attività di export, seguendo dei processi specifici di candidatura. È quindi estremamente vantaggioso poter contare sul supporto di professionisti come gli esperti di Dr Export, specializzati proprio nel reperimento di fondi per l’export e nella gestione delle relative pratiche, capaci di destreggiarsi agilmente nel labirinto burocratico della finanza agevolata.