Parma, analisi della stagione
Nonostante rappresenti una piazza storica della Serie A, il Parma fatica a tornare tra i grandi. Era il settembre del 2020 quando Kyle Krause divenne azionista di maggioranza della società Parma Calcio. Alla fine di quella stessa stagione i ducali retrocessero nel campionato cadetto e a dispetto di campagne acquisti importanti, che hanno riguardato anche nomi importanti come Gianluigi Buffon e Franco Vazquez, il palcoscenico principale del calcio italiano appare ancora molto lontano. Vincere il campionato di Serie B sembra già un’utopia a questo punto dell’annata. Non resta che sperare nei playoff, sicuramente alla portata dei ragazzi guidati da Fabio Pecchia.
Eppure, il campionato 2022-2023 sembrava essere partito piuttosto bene. Ad agosto i crociati avevano pareggiato per 2-2 con il Bari e per 0-0 con il Perugia per poi ottenere il primo successo, precisamente ai danni del Cosenza, al Tardini, per 1-0. Dopo il rocambolesco pari per 3-3 con il Genoa, invece, è arrivata la prima sconfitta, peraltro rimediata in casa, per mano della Ternana vincitrice per 2-3. La classifica era stata prontamente risollevata con due vittorie di fila: prima sul campo dell’Ascoli per 1-3, poi tra le mura amiche, contro il Frosinone, per 2-1.
Anche dopo il pareggio a reti inviolate con il Pisa sono arrivati due successi: contro la Reggina in campionato e contro il Bari in occasione dei sedicesimi di finale di Coppa Italia. Dalla seconda metà di ottobre in avanti, però, è cominciato il declino. Il Parma ha iniziato infatti a registrare un rendimento fortemente altalenante, alternando gioie a insuccessi. Sconfitta con il Südtirol, vittoria con il Como, ko con il Palermo e successo sul Cittadella: questo il bilancio prima della pausa prevista per i Mondiali. A metà novembre i crociati contavano così 22 punti in classifica, frutto di 6 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte.
Alla ripresa, i gialloblù hanno incontrato nuove difficoltà, favorendo l’ascesa del Frosinone di Fabio Grosso, capolista con oltre 10 vittorie all’attivo e con una decina di punti di vantaggio sugli stessi ducali. Di recente il Parma ha perso in casa contro il Modena per 1-2, poi ha pareggiato in Sardegna con il Cagliari per 1-1, prima di perdere tra le mura amiche con il Benevento per 0-1, con tanto di rigore sbagliato nel primo tempo e superiorità numerica maturata verso il finale. Insomma, l’idillio che perdurava fino a qualche settimana fa sembra ufficialmente terminato. Ora bisogna iniziare a guardarcisi anche alle spalle.
Oggi la rosa del Parma continua a vantare elementi di un certo livello, anche se non tutti sono sempre disponibili. Per il succitato Buffon, ad esempio, questa sembra un’annata stregata. L’ex portiere della Juventus si è fermato ad ottobre per una lesione muscolare alla coscia, lasciando il posto all’argentino Chichizola. Checché se ne dica, la presenza di Buffon è ancora importante: è lui l’anello di congiunzione con il Parma dei tempi d’oro, quando anche i pronostici delle scommesse sugli incontri di Serie A tendevano a sorridere puntualmente alla formazione crociata. Negli anni ’90 il Parma si è aggiudicato due Coppe Italia, due Coppe UEFA, una Supercoppa UEFA e una Coppa delle Coppe, costruendo quasi totalmente il proprio palmarès. Pretendere di tornare a quei livelli sarebbe forse troppo, ma esigere che una squadra tanto iconica del panorama italiano torni nel massimo campionato è invece d’obbligo.