Vacanza “social detox”? In Sardegna si può
Quarantena? Si, ma anche dal cellulare. Arriva in e dalla Sardegna, per merito di due giovani fratelli di Ploaghe, un modo per disintossicarsi da internet e soprattutto dai social, che da anni sono entrati prepotentemente nella vita quotidiana.
E sono numerosi i parmigiani che hanno scelto proprio la Sardegna come meta delle proprie vacanze, per misurarsi con le “vacanze no social”, anche grazie ai numerosi collegamenti forniti dall’aeroporto di Bologna, che fornisce ogni confort per viaggiare in sicurezza a partire da una serie di parcheggi tutti a portata di…volo.
Per avere maggiori informazioni su questo servizio, basta fare click sul link e visitare il sito ufficiale. Appresi i vantaggi del volare da Bologna, non resta che scegliere la meta, dicevamo.
E da quando in Sardegna è disponibile una vacanza denominata “digital detox” (disintossicazione digitale), tanti abitanti della città ducale si stanno dirigendo nella meravigliosa isola.
Secondo il programma ideato per il “digital detox”, i partecipanti dovranno abbandonare il proprio smartphone, riporlo in una cassetta di sicurezza per 2-3 giorni, immergendosi nella natura e dedicandosi ad escursioni, attività sportive, relax e seminari.
L’obbiettivo è quello di disconnettersi da internet e dallo stress della vita quotidiana.
Sinora per i weekend sono stati scelte località come Lollove, frazione di Nuoro, o l’ecoparco Neule presso Dorgali, dove sono possibili attività di kayak, yoga ed escursioni a cavallo. Ma altre zone si stanno adeguando.
Già che si gode delle bellezze dell’isola, perché non girarla un po’ con un mezzo a noleggio?
La Sardegna è ricca di strade panoramiche, impreziosite da calette e viste mozzafiato.
Il viaggio diventa… un percorso emotivo. Partendo da Cagliari, per raggiungere il nord, c’e la SS131, che arriva fino a Sassari e Porto Torres, passando per Oristano.
Invece per un tour coast to coast, c’è la SS195, da Cagliari ad Iglesias, poi la SS126, che accompagna lungo la costa occidentale fino all’estremo settentrione.
Per ridiscendere fino al sud, poi, la SS125, che permette di scoprire tutta la costa orientale.
Da non sottovalutare anche l’entroterra, fatto di sentieri ameni, pascoli e pastori,
Li, nella pace, il fruscio del vento e il volo degli uccelli, sono incorniciati da cieli unici, a picco su calette che regalano al mare colori dal pastello all’oltremare.
Per girare in città e visitare i luoghi di maggior interesse turistico, ci sono anche gli autobus urbani. Tutti i grandi centri ne sono provvisti, e spesso, abbinano un tour con piccole imbarcazioni per conoscere isole… dimenticate.
Ultima idea per vedere la Sardegna da un punto d vista alternativo e suggestivo, il trenino verde. Gestiti da Ferrovie di Sardegna, questi trenini attraversano le aree meno accessibili aprendo su panorami incontaminati.
Volete fare anche uno spuntino? Ecco cosa mangiare in Sardegna. Almeno almeno quindici specialità.
Malloreddus. Gli gnocchetti sardi sono uno dei piatti più tradizionali e tipici di questa ricca terra. E una delle ricette più famose sono i malloreddus alla campidanese, preparati con salsiccia, pomodoro e pecorino.
Porchetto o porcetto. I “continentali” lo conoscono con il nome (sbagliato) di porceddu. Comunque lo si chiami, la sostanza non cambia: è un maialino da latte, dal peso inferiore ai cinque chili o di massimo venti giorni, cotto per diverse ore.
Agnello. Un’altra delle cose da mangiare assolutamente durante un viaggio in Sardegna. L’agnello viene preparato in vari modi: in umido con il finocchietto, al forno, stufato con lo zafferano e il pomodoro, con i piselli.
Pecorino sardo. Fate largo a uno dei sapori più tipici e caratteristici di questa terra: il pecorino sardo, sia fresco che stagionato, è inconfondibile.
Fiore sardo. È un formaggio tipico della zona di Gavoi, nel cuore della Barbagia di Ollolai, in provincia di Nuoro.
Culurgioni. Sono ravioli di semola. Solitamente sono ripieni di ricotta e spinaci oppure di formaggio.
Cordula. Roba per palati forti. Sono intestini di agnello o capretto, riempiti con la carne dello stesso animale e poi cotti alla brace.
Pane carasau. Non avrebbe nemmeno bisogno di presentazioni. Si tratta di dischi di pane volutamente sottili e croccanti.
Pane guttiau. È questo il nome che prende il pane carasau quando viene condito con olio e sale.
Cozze del golfo. Una specialità che si mangia soprattutto nella zona di Olbia. Le cozze vengono preparate in zuppe, gustate con pasta e salse verdi o mangiate come ripieno di frittelle calde.
Bottarga. Viene ricavata dalle uova essiccate di tonno o di muggine. Assaggiatela sulla pasta: è un sapore che non dimenticherete.
Sa cassola. Una zuppa di mare tipica soprattutto della zona di Cagliari. Viene preparata unendo pesci di vario tipo con passata di pomodoro e peperoncino.
Sa burrida. Altra zuppa di pesce, tipica della zona settentrionale della Sardegna. Viene preparata con l’aggiunta di pinoli e noci.
Pardulas. Si comincia con i dolci. Le pardulas sono dischi di pasta cotti al forno, preparati con farina, uovo e strutto, e ripieni di pecorino, scorza di limone e zafferano.
Pabassinas. Sono dei piccoli dolcetti preparati con farina, uva sultanina, noci, uova, zucchero, strutto e limone.
Perchè l’estate…possa far riscoprire il piacere della compagnia e del buon cibo.E della bellezza. Reale, non social.