Rinegoziazione e rinnovo cessione del quinto nel 2019
Che cos’è la rinegoziazione della cessione quinto? E quando si può o conviene chiederla? Chi abbia scelto un finanziamento nella forma di cessione del quinto dello stipendio (nel caso di un lavoratore) o delle pensione (nel caso, invece, di un ex lavoratore) dovrebbe essere stato informato dalla banca o dall’istituto di credito a cui si è rivolto della possibilità di rinegoziare appunto termini e condizioni del contratto.
Più nello specifico come spiega bene Prestitimag.it, leader in Italia nelle risorse sulla cessione del quinto, rinegoziare la cessione del quinto può significare o aumentare l’arco di tempo e il numero di rate per la restituzione del prestito o rinnovare la soluzione in modo da poter ottenere nuova liquidità. Proviamo a capire la differenza tra le due ipotesi, quando conviene una al posto dell’altra e cosa serve in concreto per rinegoziare la cessione del quinto.
Rinegoziazione della cessione del quinto: tutto quello che c’è da sapere
A partire dall’ipotesi statisticamente più comune: il rinnovo della cessione del quinto dello stipendio o della pensione. Come già si accennava, serve per assicurarsi una maggiore liquidità e, per questo, è praticata da lavoratori o pensionati che abbiano già all’attivo una misura di questo tipo ma si ritrovino ad affrontare nuove spese o ad aver bisogno di maggiore disponibilità economica. Andrebbe ricordato proprio in proposito che la cessione del quinto – e, quindi, anche la sua eventuale rinegoziazione – non sono finalizzate: non c’è bisogno, cioè, che il cliente dichiari alla banca le ragioni per cui ricorre a un finanziamento di questo tipo, che sia per la copertura di spese mediche o per l’acquisto o il restauro di edifici per esempio. Quando si intende rinnovare la cessione del quinto, in ogni caso, andrebbe tenuto conto del fatto che la quota data in prestito non può superare in nessun caso il 20% del mensile netto: per questa ragione, semplificando molto, ci si potrebbe trovare con un aumento davvero irrisorio della cifra messa a disposizione dalla banca o dall’istituto di credito. Molto utile è perciò, come con ogni probabilità si è fatto già al momento della richiesta della cessione del quinto, consultare le apposite tabelle o richiedere una simulazione della rinegoziazione.
Farlo, o chiedere direttamente una consulenza agli esperti della propria banca o dell’istituto di credito a cui ci si è rivolti per la cessione del quinto, può tornare utile anche quando si vuole cambiare la modalità di rateizzazione già intrapresa. Ci sono tante ragioni, del resto, per cui si potrebbe desiderare o di risolvere prima l’ammortamento o di prolungarlo al contrario per poter pagare delle rate di minor entità. In entrambi i casi andrebbero fatte delle attente considerazioni.
Sia che si tratti dello stipendio, nel caso di un prestito a un lavoratore, sia che si tratti invece della pensione di un ex lavoratore, le rate della cessione del quinto vengono calcolate, infatti, in modo che non superino appunto un quinto del netto mensile: anche quando si voglia velocizzare la soluzione del rapporto con la banca o l’istituto di credito c’è, insomma, un limite difficile da aggirare. Molti soggetti finanziari, poi, applicano anche un limite minimo all’entità della rata, pari in genere a cinquanta euro, ragione per cui anche se si sta chiedendo la rinegoziazione della cessione del quinto per diminuire l’entità delle rate e avere a fine mese a disposizione maggiore liquidità, la differenza potrebbe essere in realtà di poca entità.
Valutati attentamente pro e contro del rinnovo della cessione del quinto, comunque, l’altro dubbio che può sorgere spontaneo è: come richiederla? L’iter non è particolarmente macchinoso, in virtù del fatto che c’è già un rapporto in atto con l’istituto finanziario in questione.
Andrebbero, però, tenuti in conto anche in questo caso due fattori. Il primo è che la maggior parte delle banche prevede un limite temporale entro cui può essere richiesta la rinegoziazione della cessione del quinto: in genere devono essere state pagate almeno il 40% delle rate – per fare un calcolo molto semplice, cioè, se si è previsto un piano decennale per la cessione del quinto dello stipendio e della pensione, devono essere passati almeno quattro anni – ma è bene controllare cosa preveda nello specifico il proprio contratto. In secondo luogo la banca o chi per lei potrebbe valutare infine, per decidere se concedere o meno il rinnovo, che nel frattempo non siano intervenuti cambiamenti nelle condizioni di salute o patrimoniali del cliente.